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AL CORTEO DEI GILET GIALLI ITALIANI SI PRESENTANO SOLO IN TRE

Alla sfilata dei gilet gialli italiani si sono presentati solo in 3, gli organizzatori. L’appuntamento era stato fissato per ieri 9 febbraio alle ore 12 in piazza della Repubblica a Roma. Era prevista la grande manifestazione unitaria dei gilet gialli “nostrani”.

Da giorni, sui social e sulle bacheche di Facebook, gira un manifesto che chiama alla protesta e invita tutti a partecipare a scendere in piazza contro il governo e contro l’Unione europea, sulla scia del movimento francese che da mesi manifesta, ogni sabato,Oltralpe.
Ma il presidio è saltato. Non ha ricevuto l’autorizzazione perché la piazza era già stata designata come luogo di partenza della manifestazione indetta dei sindacati confederali.

“Lo scopo era quello di fare una prima manifestazione dei gilet gialli italiani ma non ce lo hanno permesso. Abbiamo chiamato tutte le persone, dovevano venire venire in 2 mila, e abbiamo detto loro di non venire sul posto. Abbiamo la questura addosso che non ci fa manifestare”, spiega Antonio Del Palo, uno dei tre manifestanti con indosso il gilet giallo. “Ieri abbiamo solidarizzato con il popolo francese – ha aggiunto- ma noi siamo contro i politici. Spero in un grande movimento dei gilet gialli italiani ma che sia contro la violenza”. Gli organizzatori avevano portato con loro una bandiera italiana e una francese.
La convocazione era accompagnata da 10 richieste che ricordano un disegno sovranista e che per certi aspetti somigliano alle rivendicazioni del primo Movimento 5 stelle, quello dei Vaffa.
L’uscita dall’Ue, un’Italexit sullo stile della (caotica) Brexit. Pur non menzionando l’uscita dall’euro si chiede un ritorno alla sovranità monetaria con l’emissione di banconote di Stato. Sempre sul fronte sovranista spicca la richiesta di nazionalizzare praticamente ogni cosa, dalle banche alle assicurazioni passando per Alitalia e Autostrade. Sul fronte politico invece la richiesta è quella dell’introduzione di referendum popolari, con richiamo alla democrazia diretta. Per quanto riguarda invece la parte fiscale, il vero motore dei “colleghi” francesi, viene chiesto il taglio delle accise su carburanti, luce e gas, lo stop alla fattura elettronica e la non pignorabilità della prima casa. Tra le richieste anche un generico richiamo al diritto al lavoro con la chiusura delle agenzie interinali, il “no” all’obbligo vaccinale e una richiesta di rimpatrio immediato dei migranti irregolari.

Fonte: Agi