Andrea Crippa, deputato e vicesegretario della Lega, è stato condannato dalla sezione civile del tribunale di Torino ad un risarcimento di quindicimila euro da versare al Museo Egizio di Torino, per il video sugli sconti ai visitatori arabi, come riporta sulle pagine locali il quotidiano La Stampa.
Quindicimila euro di risarcimento e la rimozione dai social del video.
La vicenda risale al gennaio del 2018, quando Crippa, all’epoca leader del Movimento dei Giovani Padani e assistente a Bruxelles di Salvini.
Crippa prese di mira l’iniziativa dell’Egizio che offriva a chi parla lingua araba la possibilità di visitare il museo in due al prezzo di un solo biglietto.
Nel video “Crippa ha finto di fare una telefonata a vivavoce al museo Egizio per ottenere informazioni su eventuali agevolazioni in corso”, si legge nella sentenza del giudice Valeria Di Donato riportata dal quotidiano.
“E, alla risposta del finto centralinista, ha criticato in maniera polemica la promozione a favore degli arabi che avrebbe realizzato una discriminazione ‘a rovescio’”.
Un montaggio, secondo i giudici, che in poche ore ottenne milioni di visualizzazioni, alimentando i messaggi offensivi e razzisti nei confronti del museo sui social.
Sul fronte penale la Procura di Torino aveva chiesto l’archiviazione del procedimento avviato dopo la denuncia presentata dai legali della Fondazione del Museo Egizio.
Per quella iniziativa nei confronti dei visitatori arabi denunciata da Crippa nel video gli uffici dell’ente avevano continuato a ricevere telefonate di insulti.
Gli stessi insulti che si potevano leggere anche nei commenti sul profilo social del museo.
Per questo era stata aperta un’inchiesta con la Digos di Torino che avviò gli accertamenti, dopo avere esaminato la denuncia alla Procura presentata dai legali della Fondazione del museo.
Il caso era già stato sollevato, all’inizio del 2018, da esponenti di Fratelli d’Italia e della Lega.
“Il video di Crippa – spiegava una portavoce dell’Egizio – ha rinfocolato quelle polemiche sulle quali non intendiamo entrare. Ribadiamo solo che il nostro compito è quello di creare ponti, di allargare il dialogo, favorire l’inclusione”.