Nelle duecento pagine di consulenze depositate nei giorni scorsi dai cinque esperti nominati dalla Procura che riguardano le due inchieste aperte per l’alluvione di Livorno del 10 settembre 2017 ci sarebbe una parola che si ripete spesso “disinteresse”.
E quella parola “disinteresse” – spiega Federico Lazzotti sul Tirreno – sarebbe riferita a chi avrebbe dovuto organizzare e gestire l’emergenza di acqua e fango costato otto vite: il sindaco 5 Stelle Filippo Nogarin e il responsabile della Protezione civile Riccardo Pucciarelli, indagati per omicidio colposo plurimo.
Per i consulenti della Procura un “comportamento omissivo” poiché “il coordinamento delle procedure di Protezione civile finalizzate alla tutela della popolazione è mancato nella quasi totalità, a partire dalle posizioni apicali”.
E aggiungono come “un corretto coordinamento avrebbe permesso l’attivazione del Centro Operativo di Coordinamento fin dal giorno precedente dando seguito all’allerta arancione emanata alle 13 circa dalla Regione con validità dalla mezzanotte alle 23,59 del 10 settembre”.
La sostituzione del responsabile della Protezione Civile, Leonardo Gonnelli, un mese prima della tragedia con il comandante della Municipale secondo i consulenti ha avuto due conseguenze negative. La prima “la sottrazione di competenze specifiche e settoriali”. La seconda “il mancato controllo della continuità del servizio”. “La struttura era priva di uno dei due tecnici e dell’operatrice responsabile”. Due aspetti – è la conclusione – che hanno reso “l’organizzazione inadeguata alla gestione dell’emergenza”.
Perché il sindaco Nogarin “opera trasformazioni radicali nell’assetto della struttura. Trasformazioni che incidono negativamente sulla effettiva operatività”. Inoltre Nogarin “omette di nominare un assessore con delega come avviene abitualmente in altre città”. Omette inoltre “di assicurare la reperibilità sua e del suo vice da parte della Protezione civile se non attraverso i cellulari, che probabilmente non hanno funzionato, come spesso avviene in caso di eventi metrologici intensi”. Al contrario “la normativa richiama esplicitamente la necessità di creare un flusso di informazioni convergente verso un centro di controllo presieduto dal sindaco, al fine di minimizzare la possibilità di dispersione di segnalazioni e mancati dispacci informativi. In questi aspetti la condotta del sindaco si rileva carente”.
Pucciarelli da parte sua “non verifica, ne ci risulta abbia avviato una procedura di verifica dell’operatività della struttura di cui è diventato dirigente”.