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PARLAMENTARIE M5S, PIATTAFORMA IN TILT E CANDIDATI ESCLUSI, MONTA LA PROTESTA E IL MISTERO DELL’AUDIO: “INCOMPETENTI”

#parlamentarie #M5S travagliate. Dovevano essere la dimostrazione della trasparenza e della democraticità del gruppo, invece le parlamentarie del Movimento 5 Stelle rischiano di trasformarsi in un assist per i suoi avversari politici. Le consultazioni interne al movimento infatti hanno subito qualche intoppo, che ha sollevato accuse provenienti dall’esterno, ma anche un moto di disappunto e protesta tra militanti ed attivisti.

I problemi sono stati due. Innanzitutto un tilt che ha a lungo paralizzato la piattaforma Rousseau, alla quale era stato affidato il voto on line. In secondo luogo, la lista dei candidati ha sollevato più di una polemica.

Molti degli attivisti che hanno avanzato la propria candidatura infatti, si sono trovati esclusi dalla rosa dei papabili, nonostante avessero presentato la corretta documentazione. Tra questi, anche qualche nome “eccellente”, appartenente a deputati e senatori uscenti, ma anche amministratori locali. Al contrario, sono presenti nella lista i nomi di persone che non hanno nemmeno avanzato la propria proposta e si ritrovati per così dire, candidati a loro insaputa.
Subito è scattata la reazione della base pentastellata, sempre in ebollizione. Qualcuno si è limitato a brontolare per gli errori tecnici, mentre c’è chi si è spinto oltre arrivando ad affermare che si tratta di vere e proprie epurazioni messe in atto dal dinamico duo Davide Casaleggio-Lugi Di Maio. In effetti spetta a questi due l’ultima parola sulle candidature.
Nei tempi scorsi hanno affidato ad uno staff il compito di esaminare ogni singola proposta, al fine di valutare se fossero compatibili o meno con la linea politica del gruppo.
L’obiettivo di tale scelta era chiaro, alleggerire la lista del Movimento da quelle persone che potrebbero causare una sorta di danno d’immagine. È stato reso noto infatti che non sarebbe stato preso in considerazione chi ha all’attivo procedimenti penali, ma nemmeno coloro che sostengono bizzarre teorie pseudoscientifiche, oppure posizioni estremiste ed imbarazzanti. Tuttavia non manca chi sostiene che sia in atto una sorta di scrematura, per allontanare quanti non condividano le inclinazioni del capogruppo politico. In breve tempo è stato lanciato, ed è diventato virale, l’hashtag #annulatetutto, con il quale è montata la sollevazione degli esclusi, ma anche di semplici cittadini che volevano esprimere la propria preferenza.
Tutto questo non fa che rendere meno coeso il tessuto del gruppo, comunque in testa nei sondaggi, che deve fare i conti anche con il parziale allontanamento del fondatore Beppe Grillo.
Se cinque anni fa il suo impegno permise al Movimento 5 Stelle di ottenere il miglior risultato elettorale di sempre per una lista che si candidava per la prima volta alle #Elezioni politiche, tanto da diventare il partito più votato in Italia, questa volta appare molto più mite il suo coinvolgimento. Il comico genovese ha infatti ridotto drasticamente il suo ruolo di portabandiera, o, come lui stesso lo definì, di “megafono” per le idee degli attivisti. Grillo d’altro canto, non ha mai fatto mistero delle sue intenzioni di defilarsi gradualmente, fino al momento in cui il movimento avrebbe potuto reggersi solo sulle sue gambe. Non è più l’indiscusso protagonista della tournée elettorale ed anche i post pubblicati sono sensibilmente calati.
Pare che sia intenzionato anche a riappropriarsi del suo blog, beppegrillo.it, lasciando che il gruppo possa utilizzare come punto d’incontro virtuale un altro sito, movimento5stelle.it. Anche in questo caso le interpretazioni seguono una duplice corsia: chi sostiene che Grillo voglia tornare a dedicarsi esclusivamente alla sua vecchia professione di comico e chi invece crede che si sia stufato della sua esperienza politica.
Fonte: Blastinews
L’ultimo colpo di scena sulle Parlamentarie è una registrazione audio pubblicata dagli ex M5s Marco Canestrari e Nicola Biondo, e il cui contenuto viene rilanciato dalle agenzie di stampa. Una voce esclama: “Sta succedendo un manicomio. Il sistema è andato in tilt, mancano troppi candidati all’appello, addirittura manca anche un candidato senatore uscente. Il sistema non sta funzionando”. E ancora: “E’ una ‘malacumpassa’ allucinante e io comincio ad essere stanco di tutti questi problemi creati dallo Staff per incompetenze ormai palesi a tutti. Ti prego di girare questa richiesta di sospensione del voto anche alle persone che tu hai contattato per i clic”. Un audio di 50 secondi la cui origine è tutta da verificare e che provoca la reazione del movimento: “E’ molto grave che la stampa pubblichi un audio anonimo, non attribuibile a nessuno, probabilmente messo in giro ad arte, senza fare alcuna verifica neanche nel merito della veridicità del contenuto – si legge in una nota dello staff comunicazione -. Si tratta di un atteggiamento irresponsabile e deontologicamente inaccettabile”.

Il file contiene una voce che secondo gli autori del libro ‘Supernova-Com’è stato ucciso il Movimento Cinque Stelle’ potrebbe essere quella di “un parlamentare”. Nell’audio si ipotizza anche il rischio di annullamento delle parlamentarie: “L’ordine è di non votare per adesso e di aspettare la giornata di domani sperando che il sistema si aggiusti da solo; altrimenti saranno rinviate queste parlamentarie” si sente. Quelle parole finiscono su Facebook e qualcuno indica in Mario Michele Giarrusso il padre di quella voce, ma il senatore catanese smentisce categoricamente: “Non è la mia voce. Ho già segnalato tutto al mio avvocato per le querele – spiega al telefono con Livesicilia -. Quell’audio non è il mio, è falso. Stiamo cercando di capire di chi sia quella voce. C’è una cadenza catanese, è vero, ma non è la mia. Qualcuno ha detto che sono io e ne risponderà penalmente”. L’audio sarebbe stato inviato ieri, la prima giornata delle votazioni per le parlamentarie, e fatto pervenire agli autori di ‘Supernova’ da “attivisti messinesi”. Nel ‘warning’ l’aspetto più inquietante è quello relativo alla richiesta di “sospensione del voto anche alle persone che tu hai contattato per i clic”: parole che lascerebbero presupporre l’esistenza di ‘cordate’ per organizzare il voto.
Sullo sfondo resta il pasticciaccio delle ‘Parlamentarie’, che resteranno aperte fino alle 21 di oggi con una possibile coda fino a giovedì. “Un sistema informatico, comunque complesso, che anziché velocizzare e semplificare complica e rallenta un processo, è un sistema informatico che ha fallito il suo scopo primario. Tutto il resto conta poco”, è il messaggio del neo deputato regionale M5s Giovanni Di Caro, che critica Rousseau e un voto contestatissimo in tutta la Sicilia: numerosi aspiranti deputati e senatori sono finiti fuori dalle liste comparse sulla piattaforma. “Ci sono state 15mila domande di partecipazione, è normale – prosegue Giarrusso -. Chi ha presentato la candidatura sapeva che ci sarebbe stata una scrematura preventiva e che ce ne sarà una seconda dopo le Parlamentarie, quando verranno verificati i certificati penali arrivati in busta”. Da ieri i telefoni del coordinatore nazionale della campagna elettorale, Ignazio Corrao, e del responsabile delle liste in Sicilia, Giancarlo Cancelleri, non smettono di squillare: telefonate e messaggi di chi chiede spiegazioni davanti alla cancellazione del proprio nome dagli elenchi su Rousseau. L’ombra su tutti è quella delle famigerate “segnalazioni” che sarebbero arrivate da parte di altri attivisti, ma in tanti casi le esclusioni potrebbero essere state causate dalla mancanza di alcuni requisiti richiesti. Il regolamento delle Parlamentarie, inoltre, consente al “capo politico” del movimento, ovvero Luigi Di Maio, “la facoltà di valutare la compatibilità della candidatura con i valori e le politiche del movimento, esprimendo l’eventuale parere vincolante negativo”. Tutto questo dopo avere “sentito il garante” Beppe Grillo. “
Non capisco il motivo di questa esclusione – afferma Daniela Morfino, attivista di Marineo e vicina ai pentastellati dal 2009, in lista per il Senato – ma sono serena e ho fiducia nel movimento”. Monica Modica, attivista trapanese in lista anche lei per Palazzo Madama, liquida la vicenda con una battuta: “Questa non è democrazia partecipata ma democrazia pasticciata”. Alle sue spalle una breve esperienza da assessore ‘tecnico’ al Comune di Favignana che potrebbe averne pregiudicato l’accettazione della candidatura in base all’articolo 6 del regolamento delle Parlamentarie, ma da parte dello staff non sarebbe avvenuta nessuna comunicazione al riguardo. A Trapani escluso anche Maurizio Oddo, già candidato sindaco di Erice, che si era proposto per il Senato: in questo caso, però, l’esclusione sarebbe essere legata a una passata candidatura nelle file del Pd. Esclusi a Palermo anche Anna Maria Maggio e Ivana Cimò, che si erano proposte per il Senato, così come Vitaliano Catanese. Nel capoluogo sono saltate anche la candidature di Antonino Martorana e Francesco Vitale alla Camera, così come quella di Settimo Miranda. A Enna strada sbarrata anche per Carlo Prestipino, che era in lizza per il Senato.
Il deputato di origine palermitana Manlio Di Stefano ieri, ammettendo le lentezze del sistema, ha provato a spiegare l’esclusione di alcuni nomi: a chi non figura nelle liste Di Stefano ha suggerito di “verificare di aver ricevuto l’email di accettazione della candidatura nei termini previsti”. Oggi Andrea Volpe, uno degli esclusi di Palermo, pubblica l’email con l’acquisizione della proposta di candidatura da parte dello staff: un atto che comunque non comprende l’accettazione implicita del nominativo. Di Stefano ha risposto anche a chi sottolineava di essere in lista nonostante non avesse mai inviato i documenti: “E’ normale – è stata la risposta del parlamentare – i documenti servono per verificare se chi è in lista dopo le parlamentarie ne abbia i requisiti”.
Le segnalazioni intanto aumentano, così come le difficoltà di accesso a Rousseau, e spuntano in diversi angoli della Sicilia: da Licata, dove l’ex candidato sindaco Gianluca Ciotta non ritrova il sui nome tra i candidati per il Senato, a Catania: qui l’agronomo Giuseppe Gullo aveva proposto la sua candidatura per Palazzo Madama ma ha affermato di essere “sparito dalla lista dei candidati”. Stessa sorte sarebbe toccata al palermitano Francesco Tulone: “Non compaio tra le persone votabili alle Parlamentarie del M5s nonostante abbia dato la mia disponibilità e inviato i documenti richiesti”, ha scritto su Facebook. A Catania sarebbero sparite anche le candidature del giornalista Antonello Zitelli e di Davide Gullotta, presidente nazionale dei parafarmacisti. Stessa sorte avrebbe subito anche quella dell’avvocato Christian Petrina. E tra gli esclusi di tutta Italia c’è chi ha subito interpellato l’avvocato Lorenzo Borrè, ormai famoso per i ricorsi contro le espulsioni dal movimento e per la mossa d’attacco di alcuni attivisti che non si riconoscono nella nuova associazione M5s e che hanno ottenuto la nomina di un curatore dell’associazione datata 2009: “Il mio telefono ha squillato una quarantina di volte tra ieri e oggi – afferma – ma ho declinato l’incarico perché lo ritengo contrario ai principi che mi stanno portando a difendere gli iscritti alla prima associazione del M5s. Chi si è candidato ha infatti accettato si aderire alla terza associazione contro la quale ci stiamo battendo”
Fonte: Live Sicilia