Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, nel 2018, quando il Covid era ancora sconosciuto, più volte si è schierata a favore dell’obbligatorietà dei vaccini. E anzi, sottolineava l’importanza di non fornire messaggi contraddittori su questo aspetto.
“I vaccini sono una delle conquiste più importanti nella storia della medicina e le vaccinazioni obbligatorie sono lo strumento che la comunità scientifica ci consiglia per debellare patologie solo apparentemente sconfitte per sempre”, scriveva Giorgia Meloni nel suo sito ufficiale, il 23 giugno 2018, “Lanciare messaggi confusi e contraddittori, con il rischio di alimentare paure e notizie false, è un errore che la politica non deve commettere. La salute degli italiani, e in particolare dei nostri figli, non è argomento sul quale dividersi o dare giudizi sommari”.
Anche se cancellati gli screen dei post sui social della Meloni pro-vaccini stanno girando sul web. “Sui vaccini occorre avere l’umiltà di affidarsi alla comunità scientifica, è un tema che non va affrontato a livello ideologico, lasciamo stabilire a chi ha competenze quali siano i vaccini necessari e obbligatori”, scriveva su Twitter appena tre anni fa, l’11 agosto 2018.
Cosa scriveva sul Green pass, solo 4 mesi fa il 19 marzo 2021:
“Cosa aspetta la Commissione europea a richiedere la procedura d’urgenza al Parlamento europeo sul Certificato verde digitale? Non vorrei che il fuoco di sbarramento delle sinistre a cui è stato sottoposto ieri sera il commissario Reynders in Commissione LIBE sia la ragione di questo atteggiamento stranamente attendista. Il Certificato Verde segna un primo passo verso la definitiva eliminazione degli ostacoli alla libera circolazione che tanto hanno danneggiato la nostra economia, segnatamente il settore turistico”.
“Vorrei rassicurare chi avanza legittime preoccupazione sulle implicazioni che tale dispositivo potrebbe causare sul diritto dei cittadini alla non discriminazione: non stiamo parlando di un passaporto di immunità. Il green pass non crea alcun obbligo, né diretto né indiretto, alla vaccinazione. Ne è la prova la proposta di equiparare tre diversi tipi di certificati relativi al COVID-19: certificati di vaccinazione, risultati di tamponi e certificati di guarigione”.
Insomma, voleva e chiedeva a gran voce il Green pass.