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IL GIORNALE DEI VESCOVI DA I VOTI AI POLITICI

AVVENIRE-770x502Dopo il voto alle amministrative, il quotidiano dei vescovi italiani, Avvenire, da i voti ai protagonisti. Promossi a pieni voti i 5 Stelle, bocciati Renzi, Fassino e Salvini, Avvenire salva gli sconfitti Parisi e Giachetti.

Il voto più alto lo prende Chiara Appendino: un 9 per una “rimonta stile Juventus che conquista i moderati”. “Deve averglielo suggerito Allegri come si fa – scrive Avvenire -. Lui da meno undici alla vetta del campionato. Lei da meno undici alla poltrona di Sindaco”. Insomma, la “secchiona” che lavorava per i bianconeri, “ha studiato bene la lezione, infilando una rete dopo l’altra, senza concedere nulla all’avversario”. Il suo segreto? “Lasciare intendere che una ragazza così elegante e di buona famiglia non può aver nulla a che spartire con gli antagonisti eletti in Parlamento dal M5S”.

Per il quotidiano della Cei Beppe Grillo merita un 8: è “un visionario arrivato a dama”, tanto che “ogni sua intuizione oggi sembra giusta”. È Grillo “il vero vincitore e, per una volta, è d’accordo pure Matteo Renzi: ‘Questo è un voto di cambiamento, non di protesta’”. E ancora: “Ha avuto ragione lui. Anche a fare un passo indietro, anche a guardare da lontano l’ultima campagna elettorale, anche a credere che M5S era pronto a camminare con le proprie gambe. Casaleggio non c’è più. A Grillo diamo un otto da dividere con il compagno d’avventura, con chi fu insieme a lui ‘tessitore di questa allucinazione'”.

Impietoso Avvenire con Renzi: voto 5. Il rottamatore “è finito vittima della voglia di cambiamento”. “Che sia una sconfitta per lui e per il ‘suo’ Pd lo ha onestamente ammesso, e questo è un merito che gli va riconosciuto rispetto ai ‘giochi di parole’ usati in passato. Pesa la batosta a Torino. Nel ‘valzer impazzito’ della politica va però ricordato che, alla vigilia, i timori peggiori erano per Milano, metropoli di ben altra caratura. Oggi, invece, passa quasi in secondo piano la vittoria di Sala , mentre si tende ad amplificare l’insuccesso di Fassino che, pur previsto da pochi, in una logica di ballottaggio ci sta”. In ogni caso, “una cosa è certa: da oggi Renzi non potrà più fregiarsi soltanto di essere il leader del Pd al 41% (Europee 2014)”.

Sopra la sufficienza, con un bel 7 e mezzo, c’è Virigina Raggi. Perché ha sì fatto “un gol capolavoro” ma lo ha fatto “quasi a porta vuota”. In sostanza, ha vinto “più per i gravi demeriti degli altri che per meriti suoi”. Arrivano a 7 anche Beppe Sala (“ma ha rischiato di dilapidare un capitale”) e Stefano Parisi, per lui un 7+: è il “perdente ‘vincitore morale’ per efficacia. Positivo anche il lavoro di Luigi De Magistris, “ambizioso e capopopolo”, vince perché “pesa l’astensione-record”. In ogni caso per lui un 6 e mezzo.

Decisamente bocciato invece è Matteo Salvini che prende un 4 secco. È “rimasto al palo l’alfiere della destra lepenista”. Salvini perde persino Varese. Avvenire cita Bartali che diceva: “L’è tutto sbagliato, l’è tutto da rifare!”. Infine Giacchetti e Fassino. Per il primo un 6 meno: “È stato coraggioso, partiva già da sconfitto”. Per il secondo invece un 5: “La sconfitta politica del sindaco ‘cattivo profeta’”.

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Fonte: la Repubbica