Andrea Defranceschi e Giovanni Favia, i due ex esponenti del M5S in regione Emilia-Romagna, sono stati assolti dal giudice Rita Zaccariello dall’imputazione di peculato.
“Il fatto non sussiste”. I due ex onsiglieri regionali dell’Emilia Romagna, eletti con il M5S erano stati cacciati da Grillo perchè coinvolti nel processo “Spese pazze” sull’uso dei fondi regionali. Al primo erano contestate spese per 98mila euro, al secondo per 7mila. Già la Corte dei Conti, in precedenza, aveva ritenuto “lecite, congrue e razionali” le spese effettuate dai due consiglieri.
Defranceschi, su Facebook, ha commentato: “È finito così, come un castello di carte al primo soffio di vento, un calvario di anni. Un anno e mezzo fa questa indagine basata sul nulla, mi ha impedito di ricandidarmi. Per la gioia e il vantaggio di molti, dentro e fuori il Movimento. Che non vedevano l’ora di liberarsi di me”, riferendosi all’attuale candidato sindaco di Bologna che in passato non aveva perso occasione per dare addosso al detestato compagno di partito. “La coerenza, l’onestà e il coraggio di dire la verità e non guardare in faccia a nessuno, sono caratteristiche scomode in questo Paese. E mi si perdonerà oggi questo raro momento di personale orgoglio. Oggi il mio pensiero va a chi mi ha attaccato, deriso, offeso, umiliato. Ai voltagabbana che prima ti riempivano di pacche sulle spalle e complimenti, per poi pugnalarti alle spalle. Ma è un pensiero di un attimo. Perché non sono persone, ma omuncoli, e loro si hanno già una condanna. Ora però vi prego, abbiate almeno il dono della coerenza, non tornate indietro. Restate dove siete. Le scuse si accettano dalle persone intelligenti e in buona fede. E non è il vostro caso”.
Favia, probabilmente, si candiderà a sindaco di Bologna.