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CINQUE ANNI SENZA VERITÀ PER GIULIO REGENI

Il 25 gennaio 2016 alle 19.41 Giulio Regeni inviò dall’Egitto il suo ultimo sms. Di lui non si seppe più nulla fino al ‪3 febbraio, quando il suo cadavere, torturato, fu trovato su una strada tra Il Cairo e Alessandria.

I segni delle torture subite sono stati subito evidenti: ferite di arma da taglio, bruciature. Oggi, cinque anni dopo, la verità su quello che è accaduto a Giulio Regeni, sui colpevoli e tutti i coinvolti non è ancora stata stabilita, nonostante il lavoro della magistratura italiana e l’impegno del governo. In occasione dell’anniversario il caso è al Consiglio Esteri.
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella sottolinea che “l’azione della Procura della Repubblica di Roma, tra molte difficoltà, ha portato a conclusione indagini che hanno individuato un quadro di gravi responsabilità, che, presto, saranno sottoposte al vaglio di un processo, per le conseguenti sanzioni ai colpevoli.

Ci attendiamo piena e adeguata risposta da parte delle autorità egiziane, sollecitate a questo fine, senza sosta, dalla nostra diplomazia”.
“La vicenda di Giulio Regeni riguarda tutti, non solo l’Italia”, ha scritto Piero Fassino, presidente della Commissione Affari esteri della Camera dei deputati, ai suoi omologhi Ue chiedendo “di assumere ogni iniziativa parlamentare, sul piano politico e diplomatico, a livello sia bilaterale sia multilaterale, per ottenere verità sul caso di Giulio”. “È un impegno – ha sottolineato – per la legalità internazionale e per il rispetto dei diritti umani, valori su cui si fondano l’identità dell’Unione Europea e le sue relazioni con ogni nazione”.
L’Alto rappresentante dell’Unione europea, Josep Borrell, intervenendo al Consiglio dei ministri degli Esteri ha ringraziato Luigi Di Maio per aver chiesto di discutere del caso di Giulio Regeni alla Ue, poiché è una questione grave non solo per l’Italia ma per tutta l’Unione. Si apprende da fonti, a Bruxelles. Parlando del “brutale” assassinio, Borrell ha evidenziato come da allora si sia chiesto all’Egitto di far luce sul caso e di cooperare. “Siamo sodali” con l’Italia e la famiglia Regeni nella richiesta di far piena luce, ha detto.
“Da cinque anni la famiglia di Giulio e tutti noi chiediamo giustizia – ha detto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio al Consiglio Ue –  ma non è ancora arrivata. Di recente la Procura di Roma ha portato a conclusione indagini che hanno individuato gravi responsabilità che presto saranno sottoposte al vaglio di un processo. Sia chiaro, l’Italia ritiene l’Egitto un interlocutore cruciale nel Mediterraneo, e ritiene che il nostro compito in Europa sia quello di avviare un dialogo franco, costruttivo e trasparente con Il Cairo, ma non può avvenire a scapito dei diritti umani”.
“Non ci fermeremo mai, fino a quando non avremo restituito il quadro completo delle responsabilità e dei soggetti coinvolti – ha affermato il presidente della Camera Roberto Fico in un post su facebook dedicato a Giulio Regeni -. A cinque anni dalla scomparsa di Giulio il pensiero va ai suoi cari, a Paola, Claudio e Irene. E va a tutti gli ‘altri Giulio’ in Egitto e in tutto il mondo, ai quali questa ricerca di verità è dedicata”.
Intanto la comunità di Fiumicello, il paese dov’è cresciuto il ricercatore, ricordardano Giulio. Quest’anno, a causa dell’emergenza Covid, tutti gli eventi in streaming sul sito di ‘La Repubblica’ e sulle pagine Facebook. ‘Il comune informa – Fiumicello Villa Vicentina’, ‘Giulio siamo noi’ e Verità per Giulio Regeni’. Il comune invita tutti i cittadini a partecipare da casa e “a colorare di giallo il paese e i propri profili social”.
Ed è stata fissata al 29 aprile prossimo l’udienza preliminare davanti al gup di Roma Pier Luigi Balestrieri per i quattro agenti dei servizi segreti accusati del sequestro, delle torture e dell’omicidio di Giulio Regeni. Il 20 gennaio è arrivata la richiesta di rinvio a giudizio per gli 007 Tariq Sabir, Athar Kamel Mohamed Ibrahim, Uhsam Helmi, Magdi Ibrahim Abdelal Sharif. Nei loro confronti le accuse mosse dal procuratore Michele Prestipino e dal sostituto Sergio Colaiocco variano dal sequestro di persona pluriaggravato al concorso in omicidio aggravato e concorso in lesioni personali aggravate.
Fonte: Ansa