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I GRILLINI RINGRAZIANO L’ITALICUM

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Beppe Grillo ha paragonato Matteo Renzi a Mussolini, il deputato del M5S Danilo Toninelli, esperto di riforme, avanza addirittura il sospetto che l’Italicum sia «la legge dell’infelicità» (commentava il World Happiness Report 2015, pubblicato un paio di giorni fa, secondo cui l’Italia è scivolata al 50° posto tra i paesi più felici del mondo).

«Renzi – ha precisato Toninelli – vorrebbe pochissime persone che vanno a votare e solo quelle che votano lui. L’Italicum porterebbe a questo». Il premier, secondo il deputato del MoVimento, crea «una sorta di leaderocrazia con l’Italicum, vuole l’uomo solo che decide per tutti. Questo crea un popolo infelice».

Quello che non dice Toninelli, ma che qualche attivista del MoVimento comincia a sussurrare, è che la nuova legge elettorale avvantaggia parecchio proprio il «non partito» di Grillo e Casaleggio. La riforma prevede, infatti, che se nessuna lista conquista il 40 per cento dei consensi, i due partiti più votati si sfidino al ballottaggio. Con il centrodestra in difficoltà, attualmente senza un leader da schierare per un’eventuale corsa a Palazzo Chigi, non sarebbe così irrealistico che il MoVimento 5 Stelle possa ottenere più voti (anche se il partito del Cavaliere dovesse formare una lista unica con la Lega di Salvini). A questo punto il M5S potrebbe giocarsi il tutto per tutto contro il Pd.

Uno scenario del genere s’è realizzato già più volte. La prima alle elezioni amministrative del 2012 a Parma. In campo con i 5 Stelle c’era un impiegato di banca semisconosciuto, Federico Pizzarotti. Sembrava che non avesse possibilità di farcela. Invece accadde l’imprevedibile. Al primo turno Pizzarotti prese più voti del candidato di centro (l’allora Pdl, con un altro aspirante sindaco, si fermò sotto al 5%). Arrivò, dunque, al ballottaggio con il candidato del Pd, peraltro già presidente della Provincia. Dopo due settimane, Pizzarotti riuscì a catalizzare il voto di tutti gli elettori contrari al centrosinistra e sbancò: 60 per cento dei consensi. Così è diventato sindaco di Parma. È successo anche a Pomezia, Civitavecchia, Livorno, sempre con i candidati 5 Stelle. Potrebbe accadere anche alle Politiche, proprio grazie all’Italicum.

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Alberto Di Majo per Il Tempo