QUANTO COSTA IL REDDITO DI CITTADINANZA DEL M5S?: 29 MILIARDI NON 14,9
In un articolo precedente – scrivono in un articolo su Lavoce.info Massimo Baldini e Francesco Daveri – abbiamo confrontato vari schemi di politiche di contrasto alla povertà che sono parte di piattaforme elettorali – il reddito di dignità e quello di cittadinanza – o sono già in vigore, come il reddito di inclusione. Per comodità, ecco la tabella comparativa riportata nell’articolo.
Tabella 1 – Reddito di dignità, reddito di cittadinanza e reddito di inclusione: numeri a confronto
Fonte: Elaborazioni lavoce.info su dati Eu-Silc e Istat
Sollecitati dalle osservazioni di alcuni lettori (e anche di giornali che hanno riportato i nostri calcoli), in questo pezzo diamo i dettagli di una parte della tabella. Spieghiamo cioè perché a nostro avviso il costo del reddito di cittadinanza proposto dal Movimento 5 Stelle per le casse dello stato sarebbe di 29 miliardi e non di circa 15 miliardi come calcolato dagli estensori del disegno di legge relativo (il numero 1148) depositato in Senato (un costo diverso anche rispetto alle stime degli esponenti di altre bandiere politiche).
Partiamo dall’articolo 3 del Ddl:
“1. Il reddito di cittadinanza garantisce al beneficiario, qualora sia unico componente di un nucleo familiare, il raggiungimento, anche tramite integrazione, di un reddito annuo netto calcolato secondo l’indicatore ufficiale di povertà monetaria dell’Unione Europea, pari ai 6/10 del reddito mediano equivalente familiare, quantificato per l’anno 2014 in euro 9.360 annui e in euro 780 mensili.
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Il reddito di cittadinanza garantisce al nucleo familiare il raggiungimento, anche tramite integrazione, di un reddito annuo netto, quantificato sulla base della soglia di povertà di cui al comma 1, commisurato al nucleo familiare secondo la sua composizione tramite la scala di equivalenza Ocse modificata di cui all’allegato 1 alla presente legge.
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La misura del reddito di cittadinanza di cui ai commi 1 e 2 è fissata sulla base dell’indicatore ufficiale di povertà monetaria dell’Unione Europea. Essa, in ogni caso, non può essere inferiore al reddito annuo di 9.360 euro netti. Il valore è aggiornato annualmente secondo l’indice generale di variazione delle retribuzioni orarie contrattuali”.