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RINO FORMICA DISTRUGGE LA RIFORMA DEL FISCO DI MELONI: “UNA FANFARONATA DAI CONTORNI VAGHI”

Rino Formica, già ministro socialista delle finanze nei governi Spadolini, intervistato da Fabio Martini per  il quotidiano La Stampa dice: «Una riforma all’insegna dell'”avanti, c’è pane per tutti”, ognuno ha la sua riduzione: una fanfaronata dai contorni vaghi. E la vaghezza serve a creare una condizione nella quale tutti possano tenersi le mani libere visto che per approvare, eventualmente, la riforma serviranno anni e anni. Sarà un passatempo per dimostrare che il Parlamento fa qualcosa».

«Cos’è il fisco amico del quale parlano? Loro pensano ad un fisco col quale si trattano quotidianamente le possibili convergenze. Col concordato preventivo si reintroduce un sistema preistorico, si torna alle trattative che si facevano 60 o 70 anni fa nei Comuni con i commercianti, con le famiglie».

Però alcune novità sono scritte nere su bianco, in alcuni casi – chiede l’intervistatore – non possono produrre anche utili semplificazioni?

«Chiedo: fateci l’elenco delle agevolazioni fiscali in atto.  Costituite subito una struttura per l’incrocio di tutti i dati. Varate una norma di chiusura contro l’elusione fiscale, che ha fatto ricchi molti studi professionali e agevolato l’evasione fiscale dei potenti».

Politicamente parlando, che riforma è?

«La riforma vaga e futuribile di una maggioranza debole, davvero molto debole: si perdono dietro a micro-corporazioni. Cercano di contentare tutti: qualche migliaio di concessionari di spiaggia, aziende piccole e grandi. Non puoi toccare neppure i concessionari dei tavolini da bar. E d’altra parte un sistema fiscale è lo specchio degli equilibri politici e sociali di un Paese. Non è casuale che la presidente Meloni si sia richiamata all’anniversario dell’Unità italiana».

Uno dei capisaldi della riforma è il concordato preventivo: solo una scorciatoia o può incoraggiare il contribuente recalcitrante?

«E’ una forma di primitivismo fiscale!».

Uno dei suoi aforismi? L’irresistibile amore per la battuta?

«No. Siamo entrati in una fase che somiglia ai vecchi accordi che si facevano nei Comuni per esempio dai commercianti che trattavano come categoria un abbassamento daziario per le imposte di consumo, mentre i singoli trattavano l’imposta di famiglia con un concordato preventivo che valeva per gli anni successivi».