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GIORGIA MELONI DISTRATTA. QUANDO VOLEVA USCIRE DALL’EURO

Durante il question time di oggi al Senato, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in risposta a Matteo Renzi, ha detto: “non ricordo di aver detto di voler uscire dall’euro. Ricordo di aver detto di voler stare in Europa a testa alta ed è quello che facciamo”.

La premier forse non ricorda, come racconta il sito pagellapolitica.it, che un tempo era favorevole all’uscita dell’Italia dalla moneta unica europea
Fratelli d’Italia è nato alla fine del 2012 e si è presentato per la prima volta alle elezioni politiche nel 2013. A novembre di quell’anno, in un’intervista con il quotidiano Libero, Meloni aveva ribadito che Fratelli d’Italia era «un movimento eurocritico, contrario a questa Europa che ci mette in croce». «O si rinegoziano i patti – aveva dichiarato la fondatrice di Fratelli d’Italia – o non stiamo nell’euro a costo di uccidere l’Italia».

L’anno successivo, marzo 2014, appena eletta al congresso di Fiuggi, su Rainews affermava: “L’Italia deve uscire dall’Euro” “All’Euro serve l’Italia molto più di quanto all’Italia serva l’Euro”, per il leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni non ci sono più le condizioni perché il nostro paese resti nella divisa unica europea. “Lo diciamo alla sorda Germania: L’Italia deve uscire dall’Euro”.
A maggio 2014, si sono poi tenute le elezioni europee, le prime a cui ha partecipato Fratelli d’Italia. Il programma elettorale del partito di Meloni proponeva, come primo punto, lo “scioglimento concordato dell’eurozona”, ossia dell’insieme dei Paesi che utilizzano l’euro come moneta unica. “L’euro e le sue regole si sono purtroppo rivelati un fattore di disgregazione dell’unità europea, anziché un elemento di rafforzamento della solidarietà tra i popoli d’Europa. Per queste ragioni, Fratelli d’Italia si impegna a farsi promotore nel prossimo Parlamento europeo di una risoluzione comune a tutti i gruppi eurocritici, per spingere la Commissione europea a procedere allo scioglimento concordato e controllato dell’eurozona”, si legge nel programma per le europee del 2014. “In questo modo il processo di integrazione europea potrà procedere senza traumi e senza che sorgano nuove tensioni all’interno della Ue. Nel caso questa strada non fosse perseguita dalle istituzioni e dalle cancellerie europee e venisse confermata l’indisponibilità ad un cambio di rotta radicale, l’Italia deve avviare una procedura di recesso unilaterale dall’eurozona”. A marzo 2014, un paio di mesi prima delle elezioni europee, durante un comizio Meloni aveva dichiarato che l’Italia doveva dire “chiaramente” all’Europa: “Noi vogliamo uscire dall’euro: e se pensate che questo sia un problema per l’euro, allora convinceteci a rimanere”.
In quel periodo, Meloni ha poi pubblicato diversi messaggi social contro l’euro. “Marine Le Pen contro l’euro? Ha ragione”, scriveva la presidente di Fratelli d’Italia su Twitter il 14 maggio 2014, riferendosi alla leader del partito francese di destra Rassemblement national. “Sull’euro abbiamo detto cento volte che SIAMO PER USCIRE”, 24 aprile 2014.

“Io non so come altro dirlo che siamo per uscire dall’euro”, 24 aprile 2014.

“Il 13 dicembre in piazza contro l’euro”, 9 novembre 2014.

“Alla Commissione Ue che dice che l’appartenenza all’euro è irrevocabile dico: niente è irrevocabile in democrazia. Soprattutto la schiavitù”, 5 gennaio 2015.

“Cos’altro dobbiamo aspettare? Liberiamoci dalla zavorra dell’euro e vediamo come se la cavano i tedeschi a competere con le imprese italiane ad armi pari”, 9 settembre 2016.
“L’euro è una moneta sbagliata destinata a implodere. Vogliamo lo scioglimento concordato e controllato dell’eurozona”, 25 marzo 2017.

In vista delle elezioni europee del 2019, la proposta di sciogliere l’euro è stata sostituita nel programma elettorale di Fratelli d’Italia con la richiesta di «misure compensative» per i Paesi svantaggiati dall’introduzione della moneta unica.
Per diversi anni, la leader di Fratelli d’Italia ha difeso la necessità di sciogliere l’eurozona o di far uscire l’Italia dall’euro, mentre oggi l’appartenenza del nostro Paese all’euro non è più messa in discussione.