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PONTE SULLO STRETTO BOCCIATO DALLA CORTE DEI CONTI

 

Il presidente della Corte dei Conti, Guido Carlino, durante l’audizione che si è tenuta davanti alle Commissioni bilancio congiunte di Camera e Senato, ha espresso forti dubbi sulla legge bilancio varata dal governo Meloni e, in particolare, sulle risorse destinante alla realizzazione del ponte sullo stretto fortemente voluta da Matteo Salvini.

“La manovra finanziaria per il prossimo triennio si muove all’interno di un sentiero molto stretto in cui devono trovare un difficile equilibrio spinte ed esigenze diverse. L’equilibrio tra i diversi fabbisogni rimane molto esposto alle intemperie di una congiuntura economica e sociale difficile”. È quanto quanto ha riferito il Presidente  dalla Corte dei Conti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato, che stanno svolgendo le audizioni sulla legge di bilancio 2024.

La legge di bilancio del governo Meloni è “complessivamente poco incisiva sotto il profilo di nuovi interventi a favore degli investimenti pubblici a portata generale, ma con un forte sbilanciamento verso misure mirate a sostenere progetti specifici, primo fra tutti per peso finanziario, il ponte sullo Stretto, seguito da una serie di altri interventi minori, con impatti limitati sul sistema economico per via della spiccata localizzazione”. Queste le parole del presidente Guido Carlino, ascoltato oggi nell’aula convegni di Palazzo Madama. Un parere che non piacerà al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, che sull’opera punta molto.
Molte le critiche avanzate da Carlino, che nel corso del suo intervento ha evidenziato tutte le criticità delle misure messe in campo dall’esecutivo. “Le prospettive di crescita del Paese – ha spiegato – appaiono rimesse fondamentalmente alla tempestiva e completa attuazione dei progetti inclusi nel Pnrr, non risaltando dalla nuova programmazione di bilancio misure di stimolo altrettanto innovative e in grado di competere” con il piano.
L’ennesima doccia fredda per il governo, che sicuramente sperava in un giudizio più clemente da parte di viale Mazzini, che al contrario non risparmia critiche anche su altri capitoli, come i tagli di spesa alla pubblica amministrazione: “Se appare corretto l’implicito richiamo in tutte le aree dell’azione pubblica ad un più attento utilizzo delle risorse – ha continuato Carlino – il quadro è soggetto al pericolo di non riuscire a mantenere la qualità dei servizi offerti, rischiando di vanificare, specie nel caso delle fasce più deboli della popolazione, il beneficio monetario che ci si propone di dare”.
Quanto ai tagli a ministeri, Regioni, comuni e città metropolitane, per il presidente dell’ente di vigilanza “le riduzioni di spesa sono esposte al rischio di tradursi in tagli di voci che debbono successivamente essere rifinanziate, come non di rado avvenuto in passato”. Insomma, il rischio è che le risorse che il governo si accinge a togliere, dovranno poi essere aggiunte in un secondo momento per garantire i servizi ai cittadini.
“Entro i margini di manovra molto ristretti in cui si collocano gli interventi della legge di bilancio – ha spiegato ancora Guido Carlino nel suo intervento – le risorse destinate alla sanità sono certamente rilevanti, ma non sono tuttavia sufficienti ad invertire il profilo riflessivo già disegnato nel quadro tendenziale. Il settore sta conoscendo il peso di una crescita dei prezzi ben superiore all’aumento delle risorse disponibili”, ha concluso.
Fonte: Today