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ROMA A 5 STELLE: IL PATTO SEGRETO DELL’IMMODIZIA?

rifiuti-roma-960x637C’è un patto segreto all’origine del negoziato avviato dal Campidoglio per tamponare l’emergenza rifiuti che a fine giugno rischiava di soffocare la città, scrive Giovanna Vitale sulle pagine romane del quotidiano la Repubblica. Siglato in uno studio privato, lontano anni luce dai luoghi istituzionali, tra una serie di soggetti all’epoca neppure titolati a parlare — figurarsi a trattare — in nome dell’amministrazione comunale, e il principale gestore privato della spazzatura romana. Il “famigerato” Colari di Manlio Cerroni, che con grande sforzo la giunta Marino aveva allontanato, fino a renderlo marginale.

È a lui, o meglio all’attuale presidente del Consorzio laziale rifiuti Candido Saioni, che il deputato a 5 stelle Stefano Vignaroli e la non ancora nominata assessora all’Ambiente Paola Muraro (sua longa manus nella futura giunta Raggi) si rivolgono per sgomberare i cumuli di immondizia dalle strade, placare la rabbia montante dei romani. Una riunione clandestina convocata il 30 giugno — all’indomani dell’allarmata dichiarazione di Virginia Raggi: «Siamo in una fase di pre-emergenza sul fronte dei rifiuti, e dobbiamo capire come portare immediatamente a conclusione questa vicenda» — in un bell’edificio di Monteverde Vecchio: Via Aurelio Saffi 70, sede dello studio di architettura di Giacomo Giujusa, assistente parlamentare di Vignaroli alla Camera. Nei giorni successivi nominato assessore nel municipio XI.

È lì che i tre, pur senza avere alcun ruolo ufficiale nell’amministrazione capitolina (la Muraro all’epoca era stata semplicemente indicata all’Ambiente), convocano il presidente dell’Ama Daniele Fortini e l’avvocato Saioni per il Colari. Al quale viene esplicitamente chiesto di farsi carico di 200 tonnellate di rifiuti indifferenziati in più al giorno da trattare negli impianti di Malagrotta.

D’altra parte, quelli a cavallo della festa di San Pietro e Paolo, sono giorni tremendi per la neosindaca. Ha appena preso possesso di Palazzo Senatorio e già sembra avverarsi la profezia di Grillo: “Loro molleranno la spazzatura in mezzo alla strada per dire: “Avete visto come hanno ridotto Roma?”. In quello scorcio di giugno, in effetti, la città è un immondezzaio, i sacchetti tracimano dai cassonetti, per protesta a Tor Bella Monaca hanno iniziato persino a incendiarli. La situazione è esplosiva. Anche perché alcuni impianti fuori regione, dove Ama conferisce gli scarti urbani, sono in manutenzione.

Urge trovare una soluzione. Ed ecco apparire sulla scena Vignaroli. Prima, attraverso Muraro, promuove una girandola di incontri “preparatori”; poi assume il comando delle operazioni e contatta il Colari. Per stringere il patto nell’ufficio del suo portaborse. Il Movimento esulta: in un lampo lo sanno tutti e tutti cominciano a parlarne. Rivelando dettagli e condizioni dell’intesa. Rimasta confinata nei conversari grillini fino all’8 luglio. Quando — dinanzi all’evidenza — in coda a una nota striminzita che ufficializza il “via al piano straordinario di pulizia Ama”, il Campidoglio scrive: “La partecipata capitolina, per svolgere al meglio il lavoro, si avvarrà di nuovi accordi recentemente stipulati: con la Saf di Frosinone (conferimento di 300 tonnellate di rifiuti indifferenziati al giorno) e con il Colari (200 tonnellate in più nei prossimi 10 giorni)”. Punto e basta.

Per Vignaroli è un successo personale. Del quale vantarsi col gruppo Massimina su Facebook: “Le 200 tonnellate in più (sempre entro i limiti previsti dalle autorizzazioni) son servite per affrontare il picco dei rifiuti e la pulizia straordinaria in previsione anche dello sciopero che per fortuna è saltato”, scrive il deputato l’11 luglio. “E sappiate che la storia dei 200 in più potevamo benissimo tacerla visto che è di facile strumentalizzazione, invece ci tengo alla trasparenza e non abbiamo nulla da nascondere… Immaginate quanto mi sia costato andarlo a chiedere al Colari”. Una confessione in piena regola.

Sulla questione è intervenuto Matteo Orfini che affida a Facebook un post in cui da’ sfogo alle proprie perplessità. “Virginia Raggi ha vinto le elezioni e ha il diritto-dovere di amministrare. E bisogna darle il tempo necessario per dimostrare se è o meno all’altezza. Per questo fino ad oggi ho evitato critiche e attacchi anche di fronte a un avvio non certo entusiasmante. Però quanto rivelato oggi è onestamente inquietante. Succede questo: a Roma c’è l’emergenza rifiuti, di cui dovrebbe occuparsi il sindaco. Che fa un bell’annuncio. Nel mentre un deputato del partito del sindaco – senza alcun titolo – convoca in uno studio privato una società che si occupa di smaltimento rifiuti, il futuro assessore competente non ancora nominato e i vertici dell’Ama, la società del comune che gestisce i rifiuti. E in quella sede stabilisce di affidare lo smaltimento di una parte dei rifiuti a quella società”.

“Già così, siamo di fronte a un fatto grave. Ma ci sono due aggravanti: quel deputato è Vignaroli, vice presidente della commissione parlamentare che si occupa degli illeciti nello smaltimento dei rifiuti. Ovvero – prosegue Orfini – una commissione d’inchiesta con poteri analoghi a quelli della magistratura che dovrebbe vigilare esattamente su questi temi. E la società in questione è quella di Cerroni (Malagrotta, per capirci) al centro di diverse vicende note alle cronache”. “Insomma – rimarca il presidente del Pd – un quadro inquietante di commistione tra poteri d’inchiesta, imprese e amministrazione”.

“Cosa c’entra Vignaroli con le scelte del Comune? A che titolo convoca Ama e una impresa decidendo lui di affidare un incarico a quella specifica impresa? Che rapporti ha Vignaroli con l’impresa di Cerroni? Ma soprattutto, perché questi incontri non li fa nelle sedi proprie e con la dovuta trasparenza chi è stata scelta per questo dai romani, ovvero Virginia Raggi?”, chiede infine Orfini.

Il 5 Stelle Stefano Vignaroli dà la propria versione dei fatti:

“Vedo che dal Pd i soliti mendicatori di titoli si lanciano in ricostruzioni lunari della realtà, dimostrando anche scarse competenze in materia di rifiuti, ma tant’è. Allora facciamo qualche precisazione: la prima è sul merito dell’articolo comparso su Repubblica, che parla di ‘patto segreto’ ma poi nel pezzo specifica che avevo già riferito su Fb del tavolo. Un po’ di confusione, no?”.

“Il tutto – spiega il grillino – era già uscito su altri quotidiani nei giorni precedenti, ma con toni sicuramente diversi, più adeguati rispetto al contenuto dell’incontro. Che, ribadisco, mirava a far dialogare le parti competenti per affrontare al meglio, in un periodo di tempo specifico di alcuni giorni, la situazione di pre-emergenza, in vista anche dello sciopero poi revocato”.

“Il punto qui è molto semplice – aggiunge Vignaroli – gli stessi che in queste ore muovono accuse sulla mia persona sono i principali responsabili del disastro in cui versa Roma. Le emergenze di oggi, è evidente, sono il frutto di gestioni scellerate compiute dalla vecchia politica a danno della macchina pubblica e delle aziende capitoline. Abbiano almeno il pudore di tacere”, conclude.

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Fonte: la Repubblica